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Ritorno al ringhio: la Nazionale richiama Gattuso!

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Gennaro Gattuso torna a vestire l’azzurro, ma questa volta in panchina! Dopo anni di intense esperienze da allenatore, l’ex centrocampista rossonero, noto per la sua inesauribile grinta in campo e il suo carattere schietto, è stato richiamato in Nazionale, assumendo un ruolo di spicco nello staff tecnico. Una notizia che ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi e riporta alla memoria il “Ringhio” indomito che ha segnato un’epoca nel calcio italiano e internazionale.

Il guerriero del calcio italiano

Gennaro Ivan Gattuso, soprannominato “Rino” o “Ringhio” per la sua grinta inarrestabile, è nato il 9 gennaio 1978 a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Considerato uno dei migliori centrocampisti difensivi della sua generazione, Gattuso è una leggenda del calcio italiano, noto per il suo spirito combattivo, la leadership e la dedizione, sia come giocatore che come allenatore. La sua carriera, ricca di successi e momenti memorabili, è un esempio di tenacia e passione per il calcio.

Cresciuto in una famiglia umile, Gennaro respira calcio fin da piccolo grazie al padre Franco, ex calciatore di Serie D. A dodici anni, dopo essere stato scartato dal Bologna, viene notato dal Perugia, dove inizia la sua avventura nel calcio professionistico. Lasciare la Calabria per inseguire il sogno calcistico non è facile, ma la determinazione di Gattuso lo porta a distinguersi nelle giovanili del Perugia, vincendo lo scudetto Primavera nel 1997 e guadagnandosi il titolo di miglior giocatore del torneo.

Carriera da giocatore

Gli esordi e l’avventura scozzese

Gattuso esordisce in Serie A con il Perugia il 22 dicembre 1996, a soli 17 anni, contro il Bologna. Tuttavia, la retrocessione della squadra lo spinge a cercare nuove opportunità. Nel 1997 si trasferisce in Scozia, ai Rangers, un’esperienza che segna profondamente la sua carriera. Sotto la guida di Walter Smith, che considera un “secondo padre”, diventa un idolo dei tifosi, soprannominato “Braveheart” per la sua tenacia. Con i Rangers disputa 40 partite, segnando 4 gol, ma l’arrivo di Dick Advocaat, che lo schiera come difensore, porta a dissidi e al suo ritorno in Italia nel 1998.

Salernitana e l’approdo al Milan

Tornato in Italia, Gattuso firma con la Salernitana in Serie A, dove si afferma come un centrocampista chiave grazie alla sua grinta e al suo spirito combattivo. Nonostante la retrocessione della squadra, le sue prestazioni attirano l’attenzione del Milan, che lo acquista nel 1999 per 8 milioni di euro. Con i rossoneri, Gattuso vive il periodo più glorioso della sua carriera, diventando una bandiera del club. In 13 stagioni (1999-2012), disputa 468 partite ufficiali, segnando 11 gol e vincendo un palmarès straordinario: due Champions League (2002-03, 2006-07), due Scudetti (2003-04, 2010-11), una Coppa Italia (2002-03), due Supercoppe Italiane, due Supercoppe UEFA e una Coppa del Mondo per Club FIFA (2007). La sua partnership a centrocampo con Andrea Pirlo è fondamentale per i successi del Milan, con Gattuso che compensa la mancanza di tecnica sopraffina con un’energia e una capacità di recupero palla senza pari.

Nazionale Italiana

Gattuso debutta con la Nazionale italiana nel 2000 contro la Svezia, diventando presto un pilastro della squadra. Partecipa a tre Mondiali (2002, 2006, 2010), due Europei (2004, 2008) e ai Giochi Olimpici del 2000. Il momento più alto della sua carriera internazionale è la vittoria del Mondiale 2006 in Germania, dove gioca un ruolo cruciale come mediano, disputando sei delle sette partite del torneo. Annuncia il ritiro dalla Nazionale nel 2010, dopo il Mondiale in Sudafrica, con 73 presenze e un gol all’attivo.

Nel 2012, dopo aver lasciato il Milan, Gattuso firma con il Sion, in Svizzera, dove ricopre il ruolo di giocatore-allenatore. Tuttavia, i risultati deludenti portano al suo esonero come tecnico nel 2013, e poco dopo decide di ritirarsi dal calcio giocato, chiudendo una carriera straordinaria.

Carriera da allenatore

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Dopo il ritiro, Gattuso intraprende la carriera di allenatore, caratterizzata da alti e bassi ma sempre segnata dalla sua passione e dal suo carattere deciso. Inizia nel 2013 come giocatore-allenatore del Sion, per poi passare al Palermo in Serie B, dove viene esonerato dopo sei giornate. Nel 2014 allena l’OFI Creta, ma si dimette per problemi economici del club. Nel 2015 guida il Pisa, portandolo alla promozione in Serie B, ma l’anno successivo la squadra retrocede.

Nel 2017 torna al Milan, prima come allenatore della Primavera e poi come tecnico della prima squadra, sostituendo Vincenzo Montella. Conduce i rossoneri al sesto posto in Serie A e alla finale di Coppa Italia, ma non riesce a qualificarsi per la Champions League e si dimette nel 2019. Nello stesso anno approda al Napoli, dove vince la Coppa Italia 2019-20, il suo primo trofeo da allenatore. Dopo un’esperienza breve alla Fiorentina e una stagione al Valencia (2022-23), allena l’Olympique Marsiglia (2023-24) e l’Hajduk Spalato (2024-25).

Dal giugno 2025, Gattuso è il commissario tecnico della Nazionale italiana, un ruolo che rappresenta il coronamento della sua dedizione al calcio. La sua nomina è stata accolta con entusiasmo da molti, che vedono in lui un leader capace di trasmettere grinta e determinazione alla squadra.

Soprannominato “Ringhio” per la sua aggressività e il suo spirito indomabile, Gattuso è stato un simbolo di determinazione e leadership. Nonostante non fosse dotato di una tecnica eccelsa, ha compensato con un’etica del lavoro straordinaria, diventando un esempio per generazioni di calciatori. La sua autobiografia, Se uno nasce quadrato non muore tondo (2007), racconta la sua vita con ironia e sincerità, dai campi della Calabria ai trionfi internazionali.

Gennaro Gattuso rimane una figura iconica del calcio, un guerriero che ha conquistato il cuore dei tifosi con il suo coraggio e la sua passione, e che continua a ispirare come allenatore, portando il suo spirito battagliero sulla panchina della Nazionale italiana.

Un percorso di crescita e una nuova sfida Azzurra

Gennaro Gattuso

Ricordiamo tutti il Gennaro Gattuso quarantenne, festeggiato nel lontano 2018 mentre era alla guida del Milan. In quell’occasione, in un’intervista, aveva ripercorso la sua carriera di calciatore, dal debutto giovanissimo nei Glasgow Rangers fino ai tredici anni indimenticabili in rossonero. Un percorso costellato di successi, amicizie solide come quella con Carlo Ancelotti, e qualche amarezza. All’epoca, il suo desiderio era portare il “Diavolo” il più in alto possibile, tra campionato, Europa League e Coppa Italia.

Gattuso si era mostrato allo specchio, senza lesinare giudizi sul gruppo che allenava e sottolineando l’importanza fondamentale della sua famiglia nelle scelte di vita e di carriera. Aveva ricordato il suo addio al Milan nel 2012, una decisione presa con la consapevolezza che “un’epoca era finita” e che la mentalità stava cambiando, anche in allenamento. La sua onestà lo aveva spinto a non voler essere un “peso” per la squadra.

Da allora, la carriera di Gattuso in panchina ha avuto diverse tappe significative. Dopo il Milan, ha guidato il Napoli, portando gli azzurri alla vittoria della Coppa Italia nel 2020, il suo primo trofeo da allenatore. Successivamente, ha affrontato esperienze internazionali, allenando il Valencia in Spagna e più recentemente l’Olympique Marsiglia in Francia. Ogni avventura ha contribuito a forgiare ulteriormente il suo carattere e ad arricchire il suo bagaglio tattico e gestionale. Queste esperienze, spesso complesse e sfidanti, hanno dimostrato la sua capacità di adattamento e la sua resilienza, qualità che saranno preziose nel nuovo ruolo in Nazionale.

Il desiderio di migliorarsi era già evidente allora: “Oggi ho grandissima voglia di fare questo mestiere, mi fa sentire vivo e voglio migliorarmi”. Un desiderio che lo ha accompagnato in questi anni, portandolo a nuove esperienze e, ora, al ritorno nel cuore del calcio italiano. La sua schiettezza si manifestava anche nel desiderio di essere “meno focoso, meno incazzoso, più calmo”, una sfida personale che la sua famiglia, con affetto, definiva “da pazzo da rinchiudere”. La sua evoluzione come tecnico è stata costante, imparando a gestire non solo la foga agonistica, ma anche la complessità delle dinamiche di spogliatoio e le pressioni mediatiche.

Oggi, Gennaro Gattuso, l’ex calciatore battagliero e ora tecnico navigato, porta la sua esperienza, la sua passione e, sì, anche la sua inconfondibile “ringhiosità”, al servizio della Nazionale. Un nuovo capitolo si apre per “Ringhio”, pronto a trasmettere la sua fame di vittoria e la sua conoscenza del calcio ai talenti azzurri, con l’obiettivo di riportare l’Italia ai vertici. Che sia l’inizio di una nuova, entusiasmante avventura per la nostra Nazionale sotto la sua influenza?

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